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SENTIERO DELLE TERRE ALTE

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SECONDA TAPPA
TOIRANO - S. PIETRINO - PEGLIA - RIFUGIO PIAN DELLE BOSSE

 

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(cliccare sul grafico per ingrandirlo)

 

CARTINA DEL PERCORSO

Sentiero escursionistico difficoltà

E - T

Tempo di percorrenza

ore 4,5

Quota massima

m. 880

Dislivello complessivo

m. 1055

Partenza: Toirano - Piazza Rosciano
Arrivo: Rifugio Pian delle Bosse  
Pranzo: al sacco o c/o rifugio
Epoca consigliata: settembre - giugno

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santalucia

toirano

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sanpietrino

palina

ravinet

napoleonica

rocca

Rocciatori

rifugio

La seconda tappa riparte da Toirano per terminare al rifugio di Pian delle Bosse (m. 841); delle tre e' la tappa con il maggior dislivello, infatti da 35 metri arriva a 880 poco dopo case Peglia, ridiscende a 705 nel guado del rio Fissone per poi risalire a 860 poco prima del rifugio. La partenza coincide con quella della prima tappa in Piazza Rosciano, seguendo via Certosa si passa un ponte sul Varatella e costeggiando gli edifici della localita' Mulini dopo tre tornanti si prosegue in rettilineo sino alla Certosa. Al bivio con la salita per la frazione Dari, si prende a sinistra, seguendo il perimetro dell'ex convento sino alla provinciale per Boissano e dopo pochi metri si imbocca la strada asfaltata che porta alle Grotte. Dopo un centinaio di metri di questa salita si prende il sentiero sulla destra, chiaramente marcato dal segnavia con cartelli in legno, e per un ripido sentiero dal fondo in selciato con 16 tornanti tra gli ulivi prima e macchia, mentuccia e origano poi, si arriva poco sotto la grotta-Santuario di Santa Lucia caratterizzata al suo ingresso da due alti cipressi. Si incrocia una stradina asfaltata dal quale la vista domina sopra l'abitato di Toirano, prendere a sinistra per arrivare alla biglietteria delle grotte che si oltrepassa per iniziare la salita della valle del Vero che scende dal massiccio di San Pietro. Questa valle, inizialmente molto stretta e molto ripida, e' uno dei tratti piu' spettacolare, avvincente e faticoso della tappa: le rocce sono state modellate dagli agenti atmosferici e dall'erosione dello scorrere delle acque ed e' sede di imponenti fenomeni carsici. Salendo si alternano pietraie e boschi cedui, la valle sembra chiudersi tra le rocce, si fronteggiano un enorme monolito e la parete nella quale si apre la caverna dell'Olivo. Il percorso si inerpica alla base di quest'ultima, riducendosi ad una traccia tra i risalti rocciosi, si sale quasi in verticale e si guadagna rapidamente quota tra carpini, querce e frassini, nel sottobosco prevale il pungitopo, si passa da una piazzola che era una carbonaia, e si prosegue attorniati da bizzarri pinnacoli rocciosi. Dalla testata della valle si puo' ripercorrere con lo sguardo la vertiginosa salita dalla biglietteria in poi, il dislivello supera 200 metri. Proseguendo, inizialmente in leggera discesa, ci si inoltra in una valletta laterale, sul fondo un rigagnolo, sulle sue sponde abbondante capelvenere e si risale verso la sua risorgiva (acqua potabile), in un bosco di carpini tutto terrazzato con muri a secco per sbucare poi nei prati, qui occorre porre attenzione alla segnaletica rosso-gialla poiche' si intersecano diversi sentieri, e con andamento pianeggiante si arriva alla chiesa di San Pietrino (m. 477) dove ci attende uno splendido panorama sulla costa sottostante. Si riparte, seguendo la segnaletica su di un palo di legno con direzione Pian delle Bosse, tra macchia, pini e ginepri, verso il tracciato della Via Napoleonica che con una imponente massicciata in pietre a secco, la cui costruzione e' attribuita ai genieri francesi dell'armata napoleonica, sul lato a mare del monte Ravinet, porta sino al valico di Prato Peglia dove spiccano due "caselle" molto ben conservate, prati di lavanda selvatica e l'imboccatura del buranco di Peglia protetta da tronchi; deviando di circa duecento metri dal tracciato, sul crinale in direzione del mare si arriva ad un punto panoramico che abbraccia l'arco di costa tra Varigotti e l'isola Gallinara, le valli del Maremola, del Nimbalto e del Varatella e che merita il modesto allungamento del percorso, nelle giornate particolarmente limpide si vede chiaramente la costa sino alle alpi Apuane, l'isola Capraia, la Gorgona e la Corsica. Si continua il cammino e dopo poche decine di metri si raggiunge il punto piu' alto della tappa, m. 880, per iniziare una lunga discesa su di una comoda mulattiera, in parte lastricata, in dolce pendio tra boschi di faggio, poi di carpini e betulle per arrivare ad una zona ricca di acqua sino al guado del rio Fissone; da qui inizia una nuova ascesa sul versante opposto della valle, il massiccio del monte Carmo. Passata una casa in pietra, cascina Capurro abitata sino a pochi anni fa, si guadagna la base superiore della Rocca dell'Avio, possente e tozzo torrione trapezoidale di roccia compatta, valida alternativa alle palestre di arrampicata del finalese, particolarmente nei mesi piu' caldi, proseguendo si arriva al rio Fundia, preludio dell'ultimo strappo denominato "Scala Santa" prima tra carpini poi tra noccioleti e macchia da dove si puo' ammirare la Rocca dell'Avio nella sua completezza. Siamo ormai prossimi alla meta, poche centinaia di metri in lieve pendio con un ampio panorama su Loano e si arriva al rifugio di Pian delle Bosse.
Al rifugio e' possibile ristorarsi e pernottare, previa prenotazione ai gestori, o scendere a Loano passando da Verzi per rientrare alla base di partenza.

Per il Trasporto Pubblico Locale nella provincia di Savona


Via Valletta S. Cristoforo 3r

17100 Savona

centralino 019.22.011 - N. Verde 800.012727






Per prenotazioni e disponibilita' di posti al

Rifugio Pian delle Bosse

contattare direttamente il rifugio tel.: 338.359.7952

oppure

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